Il commento

L’armatura di Murat, la diplomazia dell’ASF e poi… mai una gioia

Una domanda ha percorso la Svizzera sportiva nel corso delle ultime settimane: «Con quale "formazione" si sarebbe presentata la delegazione elvetica nella Helbphilarmonie di Amburgo in occasione del sorteggio di Euro 2024?»
Marco Ortelli
02.12.2023 21:30

Una domanda ha percorso la Svizzera sportiva nel corso delle ultime settimane. Con quale «formazione» si sarebbe presentata la delegazione elvetica nella Helbphilarmonie di Amburgo in occasione del sorteggio di Euro 2024. «Oltre a Pierluigi Tami ci sarà anche l’allenatore Murat Yakin?». La risposta è giunta martedì 28 novembre alle 15:14, quando dall’agenzia ATS è giunto il comunicato: «La squadra svizzera parteciperà a Euro 2024 con Murat Yakin (49) come allenatore».

«L’ASF ha confermato il basilese, malgrado la fine poco convincente della campagna di qualificazione». Non sappiamo cosa stia provando dentro sé l’indecifrabile CT rossocrociato, di certo dev’essere dotato di una buona armatura, viste le critiche che lo hanno colpito e lo colpiscono a mezzo stampa, sia scritta, sia vista, sia udita. Senza scordare quelle che giungono dai tifosi. D’altro canto, non è che la Federazione sia sempre stata molto chiara nelle sue prese di posizione. Forte di una tradizione diplomatica elvetica secolare, fa del «sì», «forse», «vedremo» i suoi cavalli di battaglia, in un contesto peraltro molto difficile poiché «conta solo vincere», «partecipare» è rimasto solo un motto equivoco di Pierre De Coubertin (1863-1937). Almeno oggi sappiamo che anche Murat Yakin parteciperà alla fase finale degli Europei del 2024. Un riconoscimento per quanto svolto bene e meno bene.

Partecipare a un Campionato europeo di calcio non è scontato. Almeno per la Svizzera. In 17 edizioni, dal 1960 al 2024, gli elvetici si sono qualificati «solo» 6 volte. Dal 1960 al 1992, per 32 anni, mai. Nel 1996 infine la prima partecipazione in Inghilterra. Nel 2000 e nel 2012 altre due mancate qualificazioni, per giungere alle tre partecipazioni consecutive nelle ultime tre edizioni, prossima compresa. L’approccio storico, se è vero che «la storia non insegna nulla», almeno può consentire una relativizzazione degli eventi. Poter essere presenti a un evento sportivo continentale dovrebbe essere motivo di gioia di per sé. Che poi la squadra svizzera non sia mai riuscita ad avere un acuto sportivo - leggasi vittoria di un europeo come la Danimarca nel 1992 e la Grecia nel 2004 - e in questa competizione non abbia mai superato la soglia dei quarti di finale, riguarda tanto i selezionatori avvicendatisi di volta in volta sulla panchina rossocrociata, quanto la qualità dei giocatori scesi in campo.

Agli Europei che avranno luogo in Germania dal 14 giugno al 14 luglio 2024 possiamo ragionevolmente attenderci dalla squadra un guizzo vincente? Senza andare troppo distanti nel tempo, torniamo all’ultimo undici titolare sceso in campo il 21 novembre a Bucarest contro la Romania: Mvogo, titolare in Ligue 1 con il Lorient (in panchina Sommer, titolare dell’Inter in Serie A, campione di Germania lo scorso anno con il Bayern Monaco), Akanji, campione d’Europa e di Premier col Manchester City, Elvedi, titolare nel Borussia Mönchengladbach (Bundesliga), Rodriguez, capitano del Torino, Ndoye, titolare a Bologna (e in semifinale di Conference League la scorsa stagione col Basilea), Aebischer, Bologna, titolare, Xhaka, Bayer Leverkusen, Bundesliga, titolare, Garcia, vincitore di campionato e Coppa Svizzera con lo Young Boys, Shaqiri, titolare dei Chicago Fire in MLS, Okafor, riserva del Milan, Vargas, riserva dell’Augsburg in Bundesliga. Allora, cosa ci si potrebbe attendere da questa squadra formata da giocatori quasi tutti protagonisti nei massimi campionati continentali e che in Nazionale forniscono prestazioni ambivalenti? Cosa condiziona le loro prestazioni? Vedremo. Affaire à suivre. Fortsetzung folgt. L’affera duai suandar.

Quello che sappiamo per certo è il nome delle tre avversarie della Svizzera scaturite dal sorteggio di Amburgo: i «nostri» incontreranno i padroni di casa della Germania, squadra in fase di ridefinizione, e due compagini che si sono messe in evidenza nelle qualifiche, la Scozia e l’Ungheria. Il campo ci dirà se la dea bendata, ha avuto una benda trasparente.

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